Cominciamo da chi ha perso, ricordate la fantomatica agenda Draghi ? Be sembra che non abbia portato fortuna a chi ne ha fatto la bandiera di questa campagna elettorale; cominciamo dal PD ed il suo segretario Letta, paladino fino alla morte dell’ormai ex premier, al punto da sconfessare ed affossare il famoso “campo largo”, rappresentano il top di questa speciale classifica a perdere, ma a Letta va anche il titolo di migliore “influencer” per la capacità di portare consensi alla Meloni durante la campagna elettorale, c’è da pensare ad un’alleanza sotto banco.

Renzi e Calenda invece pensavano di usare l’agenda draghiana come bacchetta magica per stravolgere la matematica, ovvero far diventare moltiplicazione una semplice addizione, i due addendi insieme possono portare solo una somma ed infatti più di quello non hanno ottenuto, ma entrano anche loro nella magnifica classifica degli influencer a favore della Meloni, avendo tolto voti ad un centrosinistra, che alla luce dei fatti in campo largo avrebbe vinto, quindi complimenti anche a loro. Su Luigi Di Maio preferisco non infierire, mi limito a dire che il suo sia un esempio per il futuro affinchè non si verifichino più trasformismi e svendite dell’anima al diavolo, in nome di squallidi interessi personali.

Veniamo al centro classifica, dove inseriamo Salvini e la lega, qualcuno pensa che abbiano perso, in realtà è vero, perdono percentuali di voti, ma vincono in termini di potere acquisito, circa 100 parlamentari, avranno ministri e sicuramente nel prossimo governo avranno un ruolo determinante. E si, in fondo i governi Berlusconi, Conte e Draghi raccontano di una lega molto allenata ed esperta nel far cadere i governi in cui partecipa ed i ricatti che subirà la povera Meloni saranno tanti, quindi in barba al miserrimo 9%, prepariamoci ad un esecutivo condizionato fortemente dalle volontà leghiste, non dimentichiamo che la divisione nei colleggi nella coalizione fu fatta quasi in modo equo, quindi, grazie alla sprovveduta strategia di Letta & co, che si sono presentati divisi, la netta vittoria del centrodestra, regala alla lega quasi il 33% del potere.

Centro classifica anche per il M5S che dovendo ripartire quasi da zero, non solo è riuscito ad ottenere un lusinghiero 15%, ma soprattutto si è definitivamente consolidato agli occhi dell’opinione pubblica come vero partito progressista e popolare, togliendo definitivamente al PD questa collocazione, garantendosi un futuro bacino di voti sempre più promettente, fin quando il PD non recupererà le proprie tradizioni; ma nella logica della legge elettorale, il partito ormai di Conte, contrariamente alla lega, matura percentuali di parlamentari inferiore a quelle dei voti raccolti e quindi ottiene una scarsa rappresentanza e forza nelle due aule del parlamento.

Centro classifica anche per Forza Italia, che non cambia equilibri all’interno della coalizione, è di fatto il terzo partito, ma che comunque guadagna un numero di parlamentari sproporzionato rispetto alla percentuale di voti su base nazionale e governerà ottenendo anche ministeri importanti.

Saliamo nella classifica ed arriviamo al secondo posto, ovvero Fratelli d’Italia, sicuramente l’opposizione al governo Draghi ha premiato il partito della Meloni, ma bisogna dare atto che, piacciano o no le sue idee, ad avviso di chi scrive è stata premiata anche la coerenza con cui, dal 2018 ad oggi, ha comunicato ed agito il partito ex Alleanza Nazionale. Una cosa è certa, incombono diverse incertezze sul prossimo governo a guida Meloni, ovvero la tenuta della coalizione, in disaccordo su tanti punti e la presenza della mina vagante Lega.

Ma veniamo al primo posto, il vincitore in assoluto di queste elezioni, con record della storia della Repubblica è……. l’ASTENZIONISMO, con una percentuale di masse giovanili altissima, che evidentemente si affianca agli astensionisti storici, quelli afflitti dall’ignavia cronica. Sui giovani invece va fatta un’altra analisi: chi li dovrebbe rappresentare ? Le vecchie generazioni, di cui tutti i partiti sono troppo pieni di autorevoli rappresentanti, sono ancora convinti di conquistare il voto dei giovani parlando di fascismo o antifascismo, centrodestra o centrosinistra, sperando che nel tramandare gli attaccamenti alle bandiere di generazione in generazione, si raccolgano i consensi giovanili, come avviene con le squadre di calcio; i giovani invece hanno bisogno di fatti, di concretezza, materia prima per una proposta ai giovani che a quasi tutti i parti manca. Si riempiono tutti la bocca di transizione ecologica, senza conoscere neanche quali possono essere gli aspetti virtuosi, non solo in termini filantropici, ma soprattutto in termini economici e sociali, nessuno fa percepire loro che si abbia idea di come capitalizzare gli effetti della transizione ecologica, per portare sviluppo economico e sociale, che si possano cambiare paradigma di vita sociale, che si approfitti per una transizione generazionale della rappresentanza politica, i veri argomenti che interessano ai giovani. E quindi al primo posto per percentuali i giovani che non hanno votato, ma ultimi tutti i partiti che non sono stati capaci, ancora una volta, di intercettare le vere esigenze dei nostri giovani e non aver favorito quindi la vera transizione che ci interessa, quella della politica in Italia. Salvatore De Martino (Fondatore NOI GREEN) 

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